boeing 777 cronaca di una strage by Ferdinando Pastori Paolo Roversi

boeing 777 cronaca di una strage by Ferdinando Pastori Paolo Roversi

autore:Ferdinando Pastori Paolo Roversi [Roversi, Ferdinando Pastori Paolo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: MilanoNera
pubblicato: 2014-03-23T23:00:00+00:00


02.48 a.m.

Quello che ho visto è terribile: sono tutti morti!

L'unica buona notizia è che l'aria nell'abitacolo è tornata, se non buona, quantomeno respirabile. Me ne sono reso conto mentre davo di stomaco. I sistemi devono essere ripartiti. Ne ho conferma quando si riaccendono le luci che illuminano uno scenario da day after.

C’è ancora un po’ di fumo, qualcosa di simile a una nebbia mattutina che va a poco a poco diradandosi.

“C'è qualcuno vivo?” urlo senza troppa convinzione,

La mia voce rimbomba tetra, e nessuno risponde. Esco dal bagno e, zoppicando come uno a cui abbiano sparato ad una gamba, percorro l’intero corridoio guardando a destra e sinistra. in cerca di segnali di vita. Un movimento, un gemito. Mi basterebbe anche solo un sospiro, un battito di ciglia. Una qualsiasi cosa capace di regalarmi la speranza di non essere solo.

Non sento niente e tutto è desolatamente immobile.

Le maschere gialle dell’ossigeno penzolano inutili dall’alto come flebo accanto ai letti dei malati terminali. Prendo coscienza di quanto siano inutili tutte le nozioni che le compagnie aeree sono costrette a fornire prima del decollo. Le cinture di sicurezza, il salvagente sotto il sedile e le uscita di emergenza. Tutte cazzate.

Che brutto modo per morire. E per sopravvivere.

Continuo ad avanzare verso la cabina di comando, scavalcando cadaveri stesi a terra. Alcuni rannicchiati in posizione fetale altri con le mani ancora strette al collo. Gli occhi aperti, quasi sorpresi, le pupille dilatate dal terrore e la lingua che penzola piatta sulle labbra. Mi fermo a fissare una ragazza, credo cinese, che stringe al petto un rosario.

Non posso più guardare, non ne ho più la forza e il coraggio.

Tengo la testa bassa, gli occhi consumati da tutto quello che sono stati costretti a vedere. Allora provo a concentrarmi nuovamente solo sul ritmo del mio respiro. A infilarmi dentro a un’immaginaria campana di vetro e a pensare di non essere qui. In questa situazione assurda. A diecimila piedi d'altezza, in mezzo al nulla volando su un aereo pieno di cadaveri. Un tentativo estremo di non cedere, come se fosse davvero possibile ingannare il cervello e i sensi.



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